L’assemblea vota all’unanimità la data del 30 aprile entro la quale la Gran Sasso Teramano deve cedere il ramo d’azienda. Poi si vedrà chi firmerà il contratto dei due partecipanti al bando. Il Comune di Pietracamela ritirerà la diffida
TERAMO – Come avevamo anticipato, una delle strade percorribili per la riapertura dei Prati di Tivo è quella della liquidazione della Gran Sasso Teramano e dell’assegnazione della proprietà degli impianti a un proprietario privato: che nel caso non dovesse essere la ditta Marco Finori, potrebbe essere quella dei fratelli Persia, che nel bando (la cui validità è ancora in discussione) aveva fatto la seconda miglior proposta.
E’ questa la decisione a cui è giunta l’assemblea dei soci della Gst, riunitasi ieri pomeriggio (con la sola assenza del rappresentante del Comune di Fano Adriano e con la presenza dell’assessore Pietro Quaresimale per la Regione), che ha votato all’unanimità questa soluzione: in un mese bisogna chiudere la partita della vendita della GST. Entro il 30 aprile, quindi, l’assegnatario provvisorio della GST, la ditta Marco Finori sarà convocata per la firma dal notaio per il contratto d’acquisto. Nell’eventualità di un suo rifiuto si farà scorrere la graduatoria convocando il secondo offerente.
“Basta con io ho fatto tu hai detto, basta con diffide, atti che ci vuole un pool di avvocati per districarsi: chiamiamo il gestore provvisorio per l’assegnazione definitiva, se non accetta si chiama il secondo e se non si chiude rimettiamo la GST in vendita” ha dichiarato Diego DI Bonaventura sottolineando che su questa linea aveva già concordato con l’altro socio di maggioranza, la Camera di Commercio ieri sera rappresentata dalla presidente Antonella Ballone. “La risoluzione di tutti gli altri problemi sarà conseguente – ha chiosato il Presidente – Prato Selva, la sicurezza, i Piani le manutenzioni potranno essere affrontati con un’altra operatività solo in presenza di un gestore. La Provincia, come sempre, farà la sua parte”.
Il Comune di Pietracamela, rappresentato dal sindaco Antonio Villani, ha quindi accettato di ritirare la diffida stragiudiziale inviata nei giorni scorsi alla GST e l’Asbuc, rappresentato dal presidente Paride Tudisco si è impegnata a portare all’attenzione dell’amministrazione separata la proroga della concessione dei terreni fino al 2023 alla ditta Finori in caso di assegnazione definitiva.
“L’atto di vendita è già pronto – ha sottolineato il liquidatore Gabriele Di Natale – lo era dal 30 settembre, data che era già stata fissata per l’assegnazione definitiva dal notaio prima che il ricorso al Consiglio di Stato del Comune di Fano Adriano facesse saltare l’appuntamento”. A questo proposito va detto che la prima l’udienza è stata fissata per il 30 maggio e che il Comune di Fano Adriano si è già visto respingere dal Tar il ricorso con richiesta danni alla GST per circa 600 mila euro.
Un invito a rasserenare gli animi e al dialogo fra i soci è arrivato anche dal consigliere delegato alle partecipate, Enio Pavone: “E’ giunto il momento di un deciso cambio di passo, se non facciamo tutti un passo indietro non andremo avanti – ha detto – la posta in gioco è molto alta e non riguarda solo le amministrazioni locali ma il futuro della montagna teramana, del turismo, degli operatori. Andare all’affidamento è l’unico modo per scoprire le carte e chiudere una stagione conflittuale che ha portato allo stallo”.